Il boom economico

 

I nuovi stabilimenti

In Francia nasce la seconda sede fuori dai confini italiani. Lo stabilimento situato a Villers Ecalles, a 25 km da Rouen, inizialmente viene chiamato “Dulcea” ma diventa presto “Ferrero France”. Nei piani dell’azienda però non c’è soltanto l’estero e lo sviluppo continua anche in Italia. Nel 1960 a Pozzuolo Martesana, nei pressi di Milano, viene aperto un altro stabilimento con 150 dipendenti, che presto arriveranno a 700, e che ha una vocazione precisa: produrre specialità per un nuovo segmento di mercato, le merendine.

Brioss e gli anni del baby boom


Sono gli anni del baby boom e Michele Ferrero, imprenditore attento all’evoluzione dei costumi e della società, sa cavalcare questo momento di benessere per il nostro paese e lancia una nuova linea di prodotti pensati soprattutto per bambini e ragazzi. Sono le “merendine”, che sostituiscono la fetta di torta che ormai le madri non hanno più tempo di preparare e sono confezionate “monodose”, pronte per essere gustate. La capostipite è “Brioss”, seguita negli anni successivi da “Fiesta” e da altre specialità del marchio Kinder.

L'espansione in Europa


In Germania, a Stadtallendorf, viene costruito un nuovo stabilimento che dà lavoro a 3.500 persone. Per gestire meglio la rete commerciale, a Francoforte viene inaugurato un centro direzionale. Sul grattacielo una grande insegna è dedicata a Mon Chéri, prodotto al quale la Ferrero deve molto. Dopo la Francia, l'azienda di Alba afferma la sua presenza in Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Svizzera e Gran Bretagna. A Londra, nel centralissimo Piccadilly Circus, tra le varie insegne luminose spicca anche Mon Chéri, sostituito anni dopo da Tic Tac e Ferrero Rocher.
Alla fine degli anni Sessanta le società Ferrero in Europa saranno otto. Questo vuol dire grandi mercati, gusti diversi fra un paese e l’altro e, di conseguenza, l’opportunità di creare prodotti sempre più innovativi. E la presenza capillare su un territorio così vasto si rivela la giusta strategia e un punto di forza anche per il futuro.

La Nutella

Gli uffici direzionali della Ferrero Spa trovano collocazione definitiva sulle colline intorno al capoluogo piemontese, a Pino Torinese. Qui viene realizzata una struttura con ampie vetrate molto moderna per quei tempi, circondata dal verde, da cui si gode un panorama splendido. Nello stesso anno cambia anche il marchio, registrato il 2 aprile. Lasciato il corsivo minuscolo, la scritta appare adesso in lettere maiuscole dorate con un carattere graziato. Il cambiamento del logo, invariato da allora, viene sostenuto da una vasta campagna pubblicitaria istituzionale. La mente creativa di Michele Ferrero non si ferma, da tempo sta pensando e sperimentando un prodotto adatto alle nuove esigenze dei consumatori che vivono più agiatamente e che sia commerciabile in ogni mercato. Se tanto successo ha avuto la Supercrema, Michele Ferrero prova a migliorare ulteriormente la formula e a cambiarle nome, per lanciarla sui mercati esteri. Nasce così “Nutella” (dalla parola nut che in inglese significa nocciola), conosciuta in tutto il mondo, diventata un fenomeno studiato persino dai sociologi, inimitabile ancora oggi.

I primi spot pubblicitari


L’azienda si sta configurando come una vera multinazionale e Michele Ferrero raduna a Roma più di cento top manager delle società che operano all’estero. Dal 3 al 5 maggio viene organizzato il primo convegno dei capi dell’organizzazione che stabilisce le linee d’azione fondamentali per una “europeizzazione” del Gruppo che, all’epoca, aveva superato tutte le altre imprese dolciarie del Vecchio Continente. C’è bisogno di nuove strategie di comunicazione per supportare in modo adeguato la gamma di specialità che Ferrero propone ai consumatori ormai da 20 anni. La tv diventa un’alleata importante grazie ai primi spot pubblicitari, le réclame. Durano un’eternità, confrontati con i messaggi di pochi secondi di oggi, raccontano storie divertenti e, soprattutto, creano dei personaggi diventati “cult”. In Italia è l’epoca del Diplomatico, di Jo Condor e del Gigante Buono.

L'invenzione della barretta Kinder

Le mamme diventano più attente all’alimentazione dei figli e i ragazzi sempre più esigenti. A trovare il giusto equilibrio fra questi due bisogni è ancora una volta un’idea di Michele Ferrero. La sua soluzione si chiama “Kinder Cioccolato” (kinder significa “bambino” in tedesco, e anche nell’attenta scelta dei nomi si nota la vocazione internazionale del Gruppo), la barretta di cioccolato ripiena di latte. “Più latte, meno cacao” diventa lo slogan per una grande famiglia di prodotti raggruppati sotto questo marchio. Si dice che l’idea di Kinder Cioccolato sia venuta a Michele Ferrero, mentre si trovava in un supermercato di Francoforte. Davanti al reparto delle tavolette di cioccolato pensò insieme ai collaboratori a come entrare in questo mercato. La risposta fu quella di pensare a una tavoletta speciale per ragazzi, non intera, ma divisa in tante porzioni incartate singolarmente che permette alle mamme di “dosarne” meglio la quantità. Ma anche gli adulti hanno bisogno di essere coccolati e di concedersi ogni tanto una “dolce pausa”. Nasce così “Pocket Coffee”, una pralina di grande successo ancora oggi che racchiude in un guscio di cioccolato un ripieno di caffè. Un modo pratico per gustare la tanto amata bevanda anche lontani dal bar.

Tic Tac, il confetto worldwide


Ferrero decide di diversificare la sua produzione e crea un confettino alla menta, Tic Tac, che diventa presto un successo mondiale. Alla sua riuscita contribuisce anche la confezione: una mini-scatola dispenser che rappresenta un piccola rivoluzione nel mondo del packaging.
Dopo la conquista dell’Europa, la Ferrero si decide ad attraversare l’Oceano e arriva negli Stati Uniti aprendo un ufficio a New York. Si presenta sul mercato americano non con le praline o con la Nutella, ma con gli astucci di Tic Tac. Il successo è notevole; presto gli espositori “ad albero” riempiono i negozi e persino il claim della campagna pubblicitaria - Put a Tic Tac® in your mouth and get a bang out of life! - si diffonde in tutti gli States. E anche in territorio americano sorgerà un nuovo stabilimento Ferrero.

Benvenuto Estathé


Ferrero opera una modernizzazione delle sue linee produttive, a cominciare dallo stabilimento di Alba. Si impiegano tecnologie sempre più sofisticate e macchinari sempre più efficienti anche per far fronte alle richieste dei consumatori in continuo aumento. D’altra parte, la passione per le macchine è un’altra caratteristica dei manager Ferrero. Michele è affascinato da questo mondo; inventa e brevetta soluzioni all’avanguardia che le altre aziende non avevano ancora pensato e il Gruppo diventa leader anche per i processi industriali.
Da sempre Ferrero dimostra un grande interesse non soltanto al “che cosa”, ideando prodotti sempre innovativi, ma anche al “come”, accompagnando le sue creazioni a un packaging che privilegia la praticità: dalla Pasta Gianduja monodose alla scatoletta di Tic Tac che si apre e chiude con un solo dito, al bicchierino di tè freddo. Il 1972, infatti, è l’anno di nascita di “Estathé”, bevanda realizzata con vero infuso di tè e lanciato in una confezione in plastica monodose con tanto di cannuccia.

Kinder Sorpresa, la merenda è un gioco


Il pubblico risponde con entusiasmo ai nuovi prodotti con “più latte e meno cacao”.  Michele Ferrero decide così di creare una linea di specialità accomunate da questa caratteristica, il cui obiettivo è soddisfare i desideri dei giovanissimi. La gamma propone prodotti sani e genuini che coprono i principali momenti della giornata e dell’anno. Nasce la “Kinder Division” che darà origine a una serie di prodotti-impresa destinati a lasciare il segno. L'idea di abbinare il momento della merenda a quello del gioco è la base di un prodotto iconico di Ferrero, l'ovetto Kinder Sorpresa, al cui interno, tra i dei due gusci, c'è sempre un giochino da montare. Negli anni le sorprese Kinder diventeranno serie di character dei cartoni animati più famosi e di alcuni personaggi originali creati appositamente. E entreranno a far parte dei circuiti di collezionisti con una vera e propria caccia alle rarità, come il Puffo alle Olimpiadi.

Gli altri prodotti Kinder


Il nuovo marchio genera un filone che si arricchisce continuamente di specialità adatte a soddisfare ogni momento della giornata. Dopo le barrette e l’ovetto arrivano “Kinder Brioss” e “Kinder Cereali” seguite da “Kinder Colazione più” (1981) e "Kinder Délice” (1985).
Negli anni Settanta continua anche lo sviluppo all’estero del Gruppo. Dopo le sedi europee in Austria e in Irlanda, dove viene installato anche uno stabilimento, Ferrero apre due siti produttivi a Portorico e in Ecuador. L'espansione continua anche in Asia, a Hong Kong e Giappone, e in Australia, dove viene impiantata una nuova fabbrica.

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